Escursioni & Passeggiate
Baita Cugola

Escursioni & Passeggiate

LE PRINCIPALI ESCURSIONI DAL PASSO

PALA DI SANTA

LUNGHEZZA: 13 KM DISLIVELLO: 658 MT. QUOTA MAX: 2488 MT. TEMPO: 4 ORE

Dai pascoli del Lavazè parte la salita alla Pala di Santa, tra panorami contrastanti simbolicamente rappresentati ad occidente dal Corno Nero e Bianco sopra le distese erbose degli Oclini. Dopo un primo tratto su stradina nel bosco, il sentiero piega diritto e ripido sul filo del crinale, consentendo di prendere quota in fretta anche se con uno sforzo notevole. La Cima di santa si distende come un tavolato erboso appena inclinato verso nord-est, frequentato dalle pernici e dai camosci e sorvegliato senza posa dalle ombre nere dei corvi imperiali. Si scende al Passo davanti al Latemar e di qui si rientra in discesa fino alle porte di Pampeago per riprendere quota con un certo impegno e traversare a mezza costa la ripida scarpata meridionale della Pala di Santa. La meritata pausa della Mandrolina restituisce integre le forze per concludere soddisfatti al Passo di Lavazè.

CORNO NERO

Partenza: arrivando dal passo Lavazè si parcheggia al passo degli Oclini
Durata: circa 2,5 ore
Dislivello: 450 metri

Percorso: dal passo degli Oclini si cammina tra l'hotel Corno Nero e la casa del passo degli Oclini su prati acquitrinosi in direzione sud-est. Al margine di un soleggiato bosco di cembri, si incontra un sentiero ben segnalato che sale verso destra, supera un torrentello e porta, in mezzo a cembri, pini mughi e distese di rododendri, alla stazione di partenza di uno skilift. Da qui, passando su prati di sedimentazione geologica, si raggiunge la base della cima rocciosa, salendo sopra la quale si arriva finalmente al punto più alto del Corno Nero. La discesa segue lo stesso percorso.
Un suggerimento in più: il Corno Nero, la cui scalata richiede una certa esperienza e sicurezza, offre un panorama ancora più ampio del vicino Corno Bianco verso sud e est, soprattutto sul gruppo delle Pale. È particolarmente bella la vista di Cavalese e della val di Fiemme.

BAITA CUGOLA

Itinerario rilassante in un bel bosco d’abete e pino cembro, adatto anche a persone con poco allenamento. L’arrivo a Malga Cugola alta è comunque di grande soddisfazione e permette di gustarsi un inaspettato e inconsueto panorama su tutta la Val di Fiemme e la maestosa catena del Lagorai. La Malga non è custodita, ma è aperta ed è possibile trovare riparo al suo interno e volendo, prepararsi qualcosa da mangiare.
Si parte dal retro dell’Hotel Corno Nero, Verso quota 1900m. bisogna fare attenzione a individuare su di un albero sempre al margine sinistro della pista, un cartello con indicazione di sentiero n°4 per Malga Cugola. Seguire i segni sugli alberi passando dopo un poco sotto una seggiovia. Continuare sempre in quota attraverso un bellissimo bosco di pini cembri. Il sentiero prosegue attraversando un canalone e dopo aver perso un po’ di quota si raggiungono i ruderi di una vecchia stalla presso il passo Cugola. Scendere leggermente sull’altro versante (sud) e raggiungere in breve la baita della Malga Cugola Alta.

RIENTRO: Per lo stesso itinerario. Oppure se avete voglia di camminare un pochino di più potete tornare fino al Passo Cugola, e prendere a sinistra un sentiero (n° k) che scendendo vi porterà alla Malga Cugola Bassa 1806m. Da li, prendere una forestale a destra che in piano arriva alla stazione a valle di una seggiovia. Costeggiate la pista sulla sinistra e risalite senza via obbligata fino al Passo Oclini.

IL RIO BLETTERBACH

Il rio Bletterbach - un canyon, magari non così conosciuto come il suo grande fratello in America ma sicuramente altrettanto da vedere. In questo burrone molto interessante dal punto di vista geologico potrà vedere in diretta la struttura e la creazione delle Dolomiti - è molto più bello che in un qualche libro. Quando l'area di Aldino era ancora in riva al mare o addirittura sott' acqua (ca. 200 millioni di anni fa), c'erano coralli, molluschi e lumache Bellerophon che lavoravano alla nostra grande attrazione, al canyon del rio Bletterbach.

È un'esperienza indimenticabile quando si cammina lungo il letto del rio e su entrambi i lasti si vedono pareti di profido altre 20 metri. L'attraversamento di questo canyon quasi spettrale non è un'esperienza geologica fantastica solamente per geologi, ma anche per ogni amante della natura . Questo canyon è il risultato della disgregazione e dell’erosione degli elementi. A partire dall’era glaciale, circa 15000 anni fa, il Bletterbach si è scavato una via lunga 8 chilometri e profonda 400 metri nelle diverse ere geologiche.
Ogni strato è venuto alla luce: dieci miliardi di tonnellate di pietra sono state erose e trasportate nella valle dell’Adige. Il cañon del Bletterbach può essere sfogliato come un libro.
Qui gli strati di roccia sono intatti e ben visibili, più che in ogni altra parte delle Alpi e la loro formazione spiega il clima e le condizioni ambientali di circa 250 milioni di anni fa. Negli strati di pietra arenaria della Val Gardena sono state inoltre trovate orme di sauri. Tracce ben conservate di parti di piante, i numerosi resti di pasti animali e le buche scavate nel suolo testimoniano il mondo vegetale e la vita della terra. I fossili dei sedimenti marini come ammoniti, gasteropodi e cefalopodi raccontano la vita dei mari tropicali dell’epoca.
Con partenza dal Passo Oclini, s’intraprende una stradina sterrata per circa mezz’ora per poi giungere in un sentiero un po’ più impegnativo per poi immergersi in questo fantastico mondo dai colori imparagonabili.

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